L’aruspicina era l’arte divinatoria che consisteva nell’esame delle viscere di animali sacrificati per trarne segni divini e norme di condotta. Chi esercitava l’aruspicina era chiamato aruspice.
Per la stretta relazione tra macrocosmo e microcosmo, la ripartizione della volta celeste si rifletteva anche su singoli elementi, viventi e non viventi, della Terra, fra cui il fegato e le viscere degli animali. Gli aruspici predicevano il destino studiando attentamente il fegato e l’intestino degli animali sacrificati e se osservavano segni particolari come cicatrici o altre anomalie, confrontavano il fegato con un modello bronzeo (famoso è il fegato di Piacenza, modello in bronzo riportante le ripartizioni e i nomi degli dèi) per capire a quale settore del cielo corrispondeva e, quindi, quale divinità aveva mandato quel segno (se era di buon auspicio o meno), per poi cercare di capirne il significato.
Nel mio libro “I misteri del villaggio di Nulvis” vi è un intero capitolo dedicato all’aruspicina: il magistrato Aker brancola nel buio e ricorre anche al consulto di un sacerdote pur di avere qualche indizio per proseguire la sua indagine. Quale sarà l’esito della cerimonia? Il Mexl Rasnal di Velzna avrà qualche rivelazione dagli dèi o dovrà continuare a fare affidamento sul suo intuito e sulle sue doti investigative per risolvere l’intricato caso?🕵️
Lo scoprirete leggendo il mio libro I misteri del villaggio di Nulvis 😉